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Facebook condannata dal Garante Privacy ad una sanzione di 1 milione di euro per il caso Cambridge Analytica

In data 14 giugno 2019, con provvedimento n. 134,  il Garante Privacy ha comminato a Facebook una sanzione di 1 milione di euro per gli illeciti compiuti nell’ambito del caso Cambridge Analytica, società che attraverso un app per test psicologici aveva avuto accesso ai dati di 87 milioni di utenti e li aveva usati per tentare di influenzare le presidenziali americane del 2016. Il provvedimento, adottato sulla base del vecchio codice privacy, fa seguito all’intervento dello scorso gennaio con il quale il Garante aveva vietato al social network di continuare a trattare i dati degli utenti italiani.

 

Il caso Cambridge Analytica. Ricostruiamo brevemente la vicenda. Il Garante aveva accertato che diversi utenti italiani avevano scaricato l’app suddetta la quale, in base alla possibilità consentita dalla funzione di condividere i dati degli “amici”, aveva poi acquisito i dati di ulteriori 214.077 utenti italiani, senza che questi l’avessero scaricata, fossero stati informati della cessione dei loro dati e avessero espresso il proprio consenso a questa cessione. Pertanto, la comunicazione da parte di Facebook dei dati alla app era avvenuta in maniera non conforme alla normativa sulla privacy. I dati non erano comunque stati trasmessi a Cambridge Analytica. Il Garante aveva quindi contestato le violazioni e Facebook si è avvalsa della possibilità di estinguere il procedimento sanzionatorio mediante il pagamento in misura ridotta di una somma pari a 52.000 euro. Come si legge nel comunicato diffuso dal Garante «poiché, però, le violazioni su informativa e consenso erano state commesse in riferimento ad una banca dati di particolare rilevanza e dimensioni – fattispecie questa per la quale non è ammesso il pagamento in misura ridotta – il Garante ha oggi applicato anche una sanzione di 1 milione. La somma tiene conto, oltre che della imponenza del database, anche delle condizioni economiche di Facebook e del numero di utenti mondiali e italiani della società».

 

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